PISTOIASETTE

Pistoia al centro di grandi progetti: intervista in esclusiva a Sergio Iorio

Continua il dibattito sulla possibilità di poter costruire un nuovo stadio a Pistoia. L’idea di poter rimpiazzare il vetusto ‘Melani’ con un nuovo avveniristico impianto da circa 15mila posti di capienza e intorno ai 90 milioni di costo totale, in cui saranno presenti ristoranti, negozi, palestre e sale per conferenze, stuzzica la mente dei tifosi arancioni e, più in generale, di tutti i cittadini pistoiesi. Tra i promotori del cosiddetto ‘Future Green Stadium’ c’è un personaggio molto importante e molto conosciuto nell’ambiente orange come l’ingegner Sergio Iorio. Il suo è stato uno dei nomi più chiacchierati durante la scorsa stagione della Pistoiese: fu infatti uno dei possibili acquirenti, assieme ad altri imprenditori, della società allora in mano alla famiglia Ferrari; una possibilità che come è noto non si è concretizzata dato che a comprare il club arancione è stata la cordata guidata dal tedesco Stefan Lehmann. Azionista di una società leader mondiale nel settore degli additivi chimici capace di avere un fatturato annuo da oltre 600 milioni di euro e stabilimenti in tutto il mondo: la Italmatch Chemichals, il nome di Sergio Iorio è tornato alla ribalta, dopo il no all’ingresso nella Pistoiese, entrando nel gruppo promotore del progetto legato al nuovo stadio, progetto proposto dal pool di imprenditori guidato da Luigi Santo. In questa intervista Iorio fa il punto della situazione sugli sviluppi e sul futuro di questo progetto, con un occhio di riguardo a quello che è stato anche il proprio recente passato legato ai colori arancioni.

Ingegner Iorio, per prima cosa le chiedo: che cos’è che la lega a Pistoia ed ai colori della Pistoiese?

La mia storia affettiva nei confronti della Pistoiese nasce da più di cinquant’anni ed è legata alla mia gioventù a Pistoia, quando mio padre mi portava a vedere le partite (ho fatto pure il raccattapalle). Ho vissuto tutti gli anni d’oro, visto che me ne sono andato da Pistoia l’anno della promozione in Serie A, e ne ho un ricordo bellissimo; da allora sono sempre rimasto affezionato ai colori arancioni ed alla squadra della Pistoiese, continuando a seguirla.

Iniziando a parlare del progetto “Future Green Stadium” in cui lei è coinvolto, ci spiega che ruolo ha all’interno di questo progetto?

Per parlare della situazione sul nuovo stadio bisogna fare un passo indietro a novembre/dicembre, quando ero interessato ad aiutare economicamente la Pistoiese di Orazio Ferrari. La storia inizia quando ci siamo incontrati per la prima volta con Ferrari ad agosto, dopo il ripescaggio, e gli spiegai che non potevo acquistare la maggioranza di nessuna società, a maggior ragione se professionistica: infatti io sono amministratore delegato e azionista di un gruppo dal valore di più di un miliardo di euro ed ho dei patti parasociali con i miei soci americani di Bain Capital (il fondo proprietario dei Boston Celtics in NBA e che ha recentemente comprato l’Atalanta) per cui non posso investire in azioni di maggioranza diverse da quelle della mia società. Ferrari però mi disse che voleva vendere il 100%, io gli spiegai che non era possibile e lui mi chiese di tenerci in contatto durante il girone d’andata per poi poterne riparlare a dicembre. Subito dopo la famosa partita con l’Olbia (23 dicembre) confermai che ero disposto a dare un aiuto economico di 250-300 mila euro che dovevano essere spesi unicamente per la squadra, che in quel momento si doveva salvare. Gli acquisti sarebbero stati realizzati dall’allora direttore sportivo Stefano Stefanelli ed approvati dal mio consulente tecnico Fabrizio Salvatori (in passato diesse della Pistoiese). In cambio di quei soldi avrei preso un 20-25% delle azioni, con l’impegno morale di trovare una soluzione a giugno per rilevare il rimanente in mano a Ferrari; ma poi è successo quello che è successo con la vendita a quest’altra cordata di imprenditori e per quanto riguarda me il discorso Pistoiese morì definitivamente il 31 dicembre con la presentazione della fideiussione da parte di queste persone.

Contemporaneamente al suo interessamento verso la Pistoiese lei viene a conoscenza ed inizia a collaborare al progetto nuovo stadio, è così?

Io avevo già iniziato ad incontrare diversi imprenditori locali chiedendo loro di unirsi a me per rilevare Ferrari, perché volevo che la Pistoiese fosse in mano a persone locali o che almeno avessero un interesse passionale come me. Poco prima di Natale mi telefonò Luigi Santo, colui che è lo sponsor maggiore del Future Green Stadium e che è affiancato da Giuseppe ‘Pino’ Ruggieri (imprenditore di Reggio Emilia che è stato in passato presidente dello Spezia Calcio). Sapendo che stavo trattando per una quota di minoranza della Pistoiese, mi spiegò tutto quello che c’era da sapere sul progetto nuovo stadio ed a quel punto gli domandai: "Perché non siete voi i miei soci di maggioranza?". Io venivo per l’interesse per la squadra, loro venivano per lo stadio: le due cose si potevano unire ed andare insieme.

Ma il suo ingresso nella società, che sappiamo avrebbe fatto da garanzia per questo pool di persone con cui era in contatto, non ha funzionato: è stato per l’entrata in scena della nuova cordata?

Si, è assolutamente così. Alla mia richiesta di entrare come soci di maggioranza subito a dicembre, Santo e Ruggieri mi dissero che in quel momento non vi erano i presupposti. Raggiungemmo comunque un accordo in quella fase che prevedeva la mia entrata in minoranza per aiutare Ferrari a restare in Serie C; se il progetto stadio fosse andato avanti con responsi positivi dall’Amministrazione Comunale, a giugno Santo e Ruggieri avrebbero comprato la maggioranza della Pistoiese. Alla fine però Ferrari mi comunicò via telefono che la Pistoiese però era andata a questi nuovi proprietari; questo passaggio è stato comunque fondamentale purché io potessi entrare a far parte del progetto stadio, da imprenditore ero interessato ad unire i due discorsi in maniera univoca.

Tornando appunto alla vicenda stadio, in questo momento che rapporto ha con gli altri imprenditori?

Con Luigi Santo e Pino Ruggieri siamo sempre in contatto, sono loro che principalmente si relazionano con l’Amministrazione Comunale. Se il progetto continuerà ad andare avanti e se la nuova Amministrazione darà parere positivo, io continuerò a far parte del progetto anche per amicizia con loro, oltreché per il fatto dell’aver dato la parola. Come dissi però alla conferenza stampa di febbraio, per me lo scenario era un po’cambiato: se avessi avuto la squadra di proprietà, non ci sarebbe stato nessun problema sullo stadio; adesso per quanto mi riguarda questo diventa una specie di investimento. E’ chiaro che non andrei certo ad investire su un Lecce, un Catanzaro o su un’altra società: Pistoia è stata la mia città e sono ben contento di prendere parte al progetto nuovo stadio se ci saranno le condizioni per realizzarlo.

Ci sono delle novità su questo fronte?

Da quello che so non ci sono stati grandi cambiamenti da dopo la conferenza di febbraio in poi. C’è stato un passaggio necessario con la Regione Toscana e sono previsti incontri con l’Amministrazione Comunale a cui parteciperanno Santo e Ruggieri (c'è già stato un incontro e altri ci saranno), penso che al termine di questi incontri si capirà qualcosa. Sappiamo che dobbiamo risolvere alcuni problemi e per questo abbiamo rivisto insieme più di una volta il progetto, ad esempio limitando il numero di negozi per non andare in concorrenza con il centro storico o gli altri centri commerciali e concentrandosi su cose come fast food, ristoranti, palestre ed altre forme di intrattenimento; oltre ai commercianti come altro problema c’è anche quello degli abitanti della zona spaventati dal possibile aumento di traffico. Si tratta comunque di uno stadio da 15mila posti su cui siamo concordi con Santo e Ruggieri nell’andare avanti; chiaramente, a maggior ragione oggi che non sono parte della Pistoiese Calcio, sono comprensibilmente al traino loro, però è un progetto di cui mi fa molto piacere farne parte.

Un’ultima domanda: lei è a conoscenza di una nuova realtà del calcio femminile a Pistoia chiamata ‘ASD Worange Pistoia’?

Sì, ne sono a conoscenza. Anche questa è un’iniziativa di Luigi Santo, che ha chiesto aiuto a me, a Ruggeri ed in generale a chi è disponibile, nel dare una mano economicamente ma non gestionalmente. Come saprà questa è un’associazione dilettantistica e non professionistica, è stata costituita dopo la liquidazione della vecchia squadra di calcio femminile e quindi Luigi, avendo frequentato decisamente più di me Pistoia negli ultimi mesi, è stato coinvolto in questa nuova società, gli hanno chiesto aiuto ed io con Ruggeri ci siamo dichiarati disponibili a dare una mano dal punto di vista economico.

Gianmarco Cherubini
Gianmarco Cherubini

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