La situazione sta prendendo una piega molto preoccupante per
quanto riguarda il fronte della distribuzione di benzina e gasolio. I prezzi
stanno lievitando settimana dopo settimana, anzi giorno dopo giorno, mettendo
in ginocchio i viaggiatori italiani e tutto il settore dei trasporti del Paese.
È tutta colpa del Covid? Le accise sono troppo alte? La situazione Ucraina ha
peggiorato tutto? Sì e no. Tutto e niente. In realtà le cause che si celano
dietro a questo fenomeno terribile che sta affliggendo il nostro paese sono
molteplici e cercheremo di affrontarle passo dopo passo.
In primis c’è da puntare il dito contro una struttura politica che non è riuscita in alcun modo a sopperire all’aumento delle tasse sulle alimentazioni dei mezzi, il tutto condito da una pesante mancanza di fondo da parte di chi ci governa che ha condotto una campagna contro le mobilitazioni e le interazioni sociali, dimenticando una categoria in grandissima difficoltà come gli operatori dei centri di distribuzione. Si registrano infatti dati preoccupanti: alcuni impiegati pistoiesi ci hanno spiegato come ci sia stato un calo della clientela del 50/60% nell’ultimo mese, dati che hanno raggiunto quelli dei terribili giorni di lockdown e zona rossa di 2020 e 2021. Agghiacciante inoltre sentire le parole di persone che non riescono a vedere più un futuro e che troppo spesso sono stati lasciati a loro stessi, vittime di giochi di potere e tassazioni fuori da ogni logica. I dati nazionali infatti ci raccontano che il prezzo medio dei carburanti in Italia ha subito un incremento da 1,640 €/l a 1,663 €/l per la benzina, da 1,530 €/l a 1,549 €/l per il gasolio. Un incremento quindi che fa registrare rispettivamente +0,023 e +0,019. Questo in un mese? Un anno? No, 14 giorni dal 7/1 al 20/1. Non è difficile immaginarsi come possa essere la situazione tra un anno se il trend continuasse ad aumentare così esponenzialmente. Partiamo subito con lo sdoganare le false dicerie che circolano sulla questione Ucraina. Il problema c’è ed è importante perché lo scontro tra Russia ed EU ha portato ad un incremento del prezzo per barile a 90 dollari, il più alto registrato dal 2014. Preoccupa altresì il fatto che non esista un organo che stia facendo la voce grossa sulla questione, portando ad aumenti record dei prezzi come dimostrano i pannelli luminosi che troviamo all’ingresso dei distributori. Secondo i dati della Confcommercio, dal 21/1 al 25/1, la media della benzina self e servito ha avuto un incremento di 0,011; il gasolio di 0,012 per il self e 0,013 per il servito. Quindi sì, la questione Ucraina sta effettivamente peggiorando una situazione già di per sé disastrosa e le decisioni russe finiscono per pesare fortemente sull’industria dei trasporti italiana e mondiale. Ma davvero crediamo che sia una problematica unicamente legata ai risvolti nell’Est Europa? Tutt’altro.
Il Covid ha certamente fatto la sua parte e se
all’inizio i prezzi hanno avuto una caduta rovinosa facendo registrare valori come
quelli del Novembre 2020 in cui benzina e gasolio erano rispettivamente al modico
prezzo di 1,390 €/l e 1,261 €/l, oggi la situazione si è
completamente rovesciata e i dati iniziano ed esserne uno specchio. Le continue
chiusure, la poca affluenza nelle strade italiane e i prezzi sempre più
proibitivi hanno portato ad un calo drastico della domanda del petrolio e un
aumento inevitabile dei prezzi, un’ipotesi che non è stata assolutamente
prevista da chi si è seduto al tavolo ed ha preso certe decisioni. Ma perché
continuiamo a puntare il dito contro la nostra classe dirigente, vi starete
chiedendo. Come mai ce la prendiamo con i politici se c’è stata una pandemia o
ci siano problemi di ordine internazionale contro Nazioni che comandano il
mercato del petrolio. Proprio così, perché?
Adesso infatti arriviamo alla terza e spinosa questione: le
tasse. Tutti si ricorderanno le promesse di qualche anno fa del segretario della Lega Matteo Salvini, in cui si promettevano interventi per il taglio e aiuti per
venditori e consumatori. Niente di tutto ciò è avvenuto: anzi. Per carità,
l’Italia e il mondo hanno dovuto attraversare un periodo di emergenza che ha
messo in ginocchio tutte le attività, ma da qui a dare la colpa al Coronavirus:
no grazie. Vi riporto le tassazioni che vengono fatte su ogni litro di benzina
o gasolio. Per quanto riguarda la benzina, le tasse composta da IVA al 22% e
accise registra un ‘ottimo’ 57,59% del totale; il gasolio invece un ‘discreto’
53,98%. Per essere più chiari: su 1,841 €/l di benzina, 1,060 €/l
se ne vanno direttamente nelle tasche statali; per il gasolio su 1,716 €/l,
0,927 €/l
sono sempre dello Stato. Imbarazzante. Soprattutto se si pensa che i primi a
protestare non siano i consumatori, bensì i venditori che si ritrovano ad una
domanda che fa registrare numeri bassi e si ritrovano a fare la fame in fondo
al mese. Perché non poter ridurre le tasse in un momento di difficoltà
incredibile per queste persone? Perché non se ne parla abbastanza? Perché si
aspetta sempre che la bomba scoppi piuttosto che cercare di prevenire ad un
problema ormai da troppo tempo sulle bocche di tutti. E fin qui è niente se
evidenziamo come i primi ad essere colpiti non siano le famiglie nel fare un
viaggetto verso la Versilia o una gita nella bella Firenze. Ma ai camion,
cisterne, tir, mezzi di trasporto pesante in generale, qualcuno ci ha mai pensato? Un pieno
per un mezzo di più di 11 tonnellate è di 150 euro: una tremenda esagerazione se pensiamo
che appena un anno fa il prezzo sarebbe stato di ben 34,5 euro in meno.
Ad arricchire il tutto ci sono i dati che riguardano le classifiche sia in Europa che nella nostra regione, affinché si possa capire il fardello che affligge il nostro Paese. L’Italia è quarta in classifica, dopo Olanda, Finlandia e Danimarca, per il prezzo al litro della benzina; sesta, dopo Svezia, Finlandia, Olanda, Belgio e Francia, per il gasolio. Nella classifica delle imposte sul carburante la posizione del Bel Paese occupa la quarta casella per la benzina e prima in solitaria per il gasolio. Infine la nostra regione: la Toscana. Qui il prezzo della benzina self service è di 1,785 €/l (1,784 media italiana), il gasolio self service 1,663 €/l (1,657 €/l m.i.), benzina servita 1,950 €/l (1,922 €/l m.i.), gasolio servito 1,824 €/l (1,801 €/l m.i.). Per quanto riguarda le province toscane la situazione è ancor più grave è se si analizza il dato che riguarda Pistoia in particolare dove i prezzi arrivano alle stelle insieme a Massa e Carrara; i più fortunati invece sono sicuramente i viaggiatori di Firenze, Pisa e Lucca. In fondo all’articolo potrete vedere lo schema che riguarda tutti i dati provincia per provincia. Il problema dei prezzi sul carburante non nasce oggi e si poteva intervenire certamente prima, invece di far iniziare la solita campagna di persone sul piede di guerra, stufi di continue promesse non mantenute. Il problema è qui ed oggi: non si può continuare ad attendere oltre in un momento in cui l’economia deve iniziare a mantenere i ritmi che permettono allo Stato di continuare ad avere una credibilità in Europa e nel mondo. La richiesta è chiara: le tasse devono essere abbassate affinché i consumatori possano tornare ad alzare la domanda e i vari lavoratori possano permettersi di arrivare alla fine del mese senza l’acqua alla gola o la speranza, oggi vana, di un futuro migliore per loro e le loro famiglie. E bisogna iniziare a capire che 7 giorni di teatro per nominare il Presidente della Repubblica, l’unica scelta ovvia per un Parlamento così debole sul piano politico, sono una presa in giro per tutte queste persone che attendono risposte in fretta affinché possano sopravvivere ad una macchina che sta scoppiando e rischia di creare un futuro davvero troppo distopico rispetto a quello che oggi immaginiamo.