Siamo alle porte delle vacanze, attese, agognate e sudate! Quel tipico momento nel quale riaffiorano più o meno timidamente i ricordi e le emozioni dell'infanzia. Per i più nostalgici quelli della scuola, quelli in cui allo scoccare dell'ultimo rintocco di campanella, facevano volare gli zaini per aria e abbandonare i libri sulle scrivanie fino al prossimo settembre e si attendeva con trepidazione il giorno degli scrutini e quel foglio appeso in bacheca, con nome e cognome ed esito che avrebbe decretato la nostra fine. Era un'attesa condita da speranza, consapevole ed euforica; una volta fatta la scoperta, tutti imbambolati davanti alla lista, o si levavano urla come quelle de "Il gladiatore" o si vedevano sventolare, in soccorso di lacrime e delusioni, fazzoletti bianchi. Oggi quei momenti sembrano appartenere a vecchie novelle, niente più forche, addio agli esami di riparazione a settembre che scendevano come spade di Damocle, tutto sotto l'occhio vigile e attento del registro elettronico. E' stata messa alle porte, la generazione dell' attesa, educata nel farlo e nel saperla applicare. Per i procrastinatori invece sono i tempi "Ne riparliamo a settembre", come se poi questo tempo fosse così lontano e sospeso; progetti, buone intenzioni, qualche questione da risolvere...tutto congelato nella testa e nei fatti fino all'equinozio di autunno. Unica esclusa la dieta. Adesso sembra che ce ne sia una utile per ogni stagione, mese e giorno, quella pre e post estate o periodi natalizi in cantina fra gli scatoloni delle cose desuete. Sembra essere deceduto anche il grande esodo; non si attende più "luglio con il bene che ti voglio" e fra vacanze low-cost, ponti, gite fuori porta e ferie arretrate, sembra che "l'occasione renda l'uomo ladro", per una fuga in grado di scrollarci lo stress dei tempi moderni. Nonostante il caro carburante, i borbottii ciclici degli italiani... poco hanno inciso le parole di Marchionne nelle quali ci appellava come il popolo più vacanziero, quelli che con le ferie esageravano...abbiamo perso il vizio? Morta e sepolta la "bianchina " del ragionier Ugo Fantozzi, i portabagagli colmi di valige, assettati come se fossero navi mercantili pronte alla traversata, archiviate pure le interminabili code ai caselli autostradali. Detta così potrebbe risultare pure una nota romantica; si ritorna negli anni dove la vacanza era tanto agognata e se è vero che la "bianchina" strizza l'occhio alla nostalgia vi ricordo che era priva di aria condizionata. Dunque asfalto che ribolliva e la calura che ci prendeva a morsi. Solo al pensiero c'è da sudare, un brivido ci coglie dietro la schiena e quel tenero ricordo dell'infanzia si trasforma in un film dell'orrore, il peggiore! E la "bianchina" di Ugo, quando sopraggiungeva al casello autostradale, non solo doveva rallentare ma anche sottomettersi, pedissequamente, alla gerarchia della fila interminabile di altri vacanzieri. Oggi il nostro Telepass ci fa sfrecciare come "Furia cavallo del West"; senza, probabilmente, ci sentiremo orfani, spaesati e destabilizzati. Poco scalfiscono gli aumenti che ogni anno vengono applicati a questo marchingegno, non ci fanno desistere, oramai prigionieri di confort e comodità. E intanto sbuffiamo. Allora c'è da domandarsi se stessimo meglio prima o adesso. Dino Risi ci direbbe "Ognuno di noi ha un ricordo sbagliato dell'infanzia. Sai perché dico sempre che era l'età più bella? Perché non ce la ricordiamo". Nessun treno con i posti numerati, allora non esistevano i posti riservati, niente aria condizionata e chi prima alloggiava meglio stava! Di certo abbiamo smarrito, il senso dell'attesa, del sapere aspettare il nostro turno, il momento puntuale...anche per parlare. E intanto sopraggiunge, anche quest'anno il Ferragosto.