PISTOIASETTE

La discriminazione del centro di Lamporecchio

  • CRONACA
  • 00:18, 09/03/23
  • di Francesca Valleri

Che si tratti di un piccolo Comune o di una città metropolitana, abitare nel centro storico implica la consapevolezza di appartenere a quel settore di territorio comunale di antica formazione, da un punto di vista di tutele architettoniche che storico-sociali anche per abitudini locali. Da ambo le sponde pro e contro, oneri e onori da comprendere e valutare, pregi e difetti che appartengono alla stessa medaglia e nel caso del Comune di Lamporecchio il piatto della bilancia si fa sempre più pesante e discriminatorio. Se è vero che il paese dei brigidini regala aria pulita, aree verdi, stile di vita rilassato permettendo una socialità più ampia, il bello di conoscersi tutti, dall’altra parte fa “pagare” dazio con una vera e propria spaccatura sulla definizione comune di “centro” che infervora gli animi dei residenti e dei commercianti. Le vie centrali, 3 per l’esattezza, che garantiscono la praticità di servizi e tempo libero a portata di gambe! 2 passi e sarà un gioco da ragazzi raggiungere il Palazzo Comunale, comprare un mazzo di fiori e degustare un’ottima colazione. Facile raccontata così, per ora solo onori ma a quali oneri? Dunque ciò che certifica un abitante-residente in centro, piuttosto che un commerciante, è il pagamento annuale per la sosta della propria vettura negli appositi parcheggi, fatto salvo per le giornate del mercato settimanale o le edizioni straordinarie, piuttosto che i vari ed eventuali divieti di sosta (molti) nel corso dell’anno inerenti a tutta una serie di manifestazioni e iniziative come la sfilata dei carri carnevaleschi, le corse ciclistiche, le fiere estive. Se non altro il paese rimane vivo mantenendo la propria anima e come sottolineato all’inizio l’abitare in centro implica contezza, dunque non sono ammesse lamentale. In realtà ciò che suscita discriminazione è la definizione di centro. “Il crocevia della discordia”, come racconta E.R. “ E l’angolo di Via Martiri del Padule con Piazza IV Novembre: quel segmento di manto stradale spacca il paese e gli animi in due”. Da una parte la movida, le luminarie natalizie, dall’altra il buio e il dimenticatoio. Come ci dice F.T. “ Tutte le iniziative nascono e vengono progettate da quell’angolo in poi, lasciando fuori una parte di negozianti e attività che vivono solamente il rovescio della medaglia in peggio, quello del disagio”. Certamente il rammarico della popolazione e dei commercianti non riguarda in sé l’albero di Natale o una luminaria, piuttosto una latitanza e trascuratezza da parte dell’Amministrazione per un tratto di strada ad alto flusso e frequentato che segna l’ingresso nel paese. Si respira l’assenza di cura e attenzione nei confronti di coloro che si fanno carico, con tutti gli oneri ed onori di vivere e far vivere il centro contribuendo a mantenerlo vivo. G.B. fa un’analisi pragmatica della situazione definendo una divisione fra serie A e una serie B: “Inevitabilmente questa gestione così come è impostata al momento crea una forte diseguaglianza fra abitanti di serie A e B e la contezza da parte di quest’ultimi di non essere parte attiva e ricoprire un ruolo anche all’interno del tessuto finanziario piuttosto essere meri contribuenti a far numero nelle casse comunali. A noi viene richiesto di pagare e basta, pagare per la sosta e autofinanziarci pure per gli addobbi”. Il malcontento si allarga a macchia d’olio come la consapevolezza di non sentirsi tutti dalla stessa parte, perdendo, cammin facendo anche volontà e ottimismo. Dispiace che 3 strade siano in grado di seminare zizzania e disaccordo ma è altrettanto doveroso ricordare che il quadro è comprensivo della totalità. 

Francesca Valleri

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