L’hanno
rincorsa, cercata e voluta nella regular season. Adesso che questa bellissima
quarta posizione è ufficiale e tale resterà negli annali del basket italiano,
la Fabo Herons non può e non vuole concedersi un attimo di pausa. Avendo avuto
la possibilità di osservare gli uomini di coach Federico Barsotti mentre
limavano gli ultimi dettagli tecnico-tattici prima della partenza domani verso
la Lombardia, si è visto come i giocatori termali stiano lavorando duramente e
stiano ascoltando diligentemente i dettami ed i consigli del proprio
condottiero. No, il fatto che i playoff promozione non fossero nei programmi
della società non vuole minimamente significare che i termali vadano a farsi
una scampagnata in queste due partite. Parliamoci chiaro: Orzinuovi è forse la
favorita n°1 alla promozione in A2, forte di un invidiabile triplete (primo
posto nel girone B, Coppa Italia e Supercoppa di inizio stagione), ma la truppa
di coach Marco Calvani, il grande ex di questa serie, non sarà per niente
contenta di questo appassionante accoppiamento. Nessuno vorrebbe incontrare al
primo turno un team capace di chiudere il girone di ritorno con un ruolino di
14-1: la Fabo sarà un osso duro per chiunque. “Di solito dopo una partita vinta
mi metto in autobus o in camera d’albergo a guardare 2/3 partite della prossima
squadra da affrontare; invece questa settimana non ho voluto vedere niente di
Orzinuovi: è per scaramanzia!”, afferma sorridendo Barsotti, che evidentemente
ci crede e non poco. E’ chiaro che i
pronostici non siano a favore degli Herons; intanto però gli allenamenti di
preparazione a gara1 stanno evidenziando l’ottima forma della squadra, che ha
superato ormai il periodo in cui l’infermeria era piena: “Chi è stato fermo per
un po’ ancora non è in condizione perfetta – spiega il coach – ma sono contento
perché una settimana così positiva non la vedevo da almeno tre mesi. Anche
domenica a Pavia abbiamo vinto di ritmo nei quarti finali, segno di intensità e
forma. Di sicuro Orzinuovi non avrebbe voluto affrontare una squadra che arriva
da 15 vittorie nelle ultime 16 partite, anche perché la legge dei playoff è che
vince chi è più in forma e non chi è più forte. E' indubbio però che loro abbiano dimostrato una grande capacità di vincere le partite importanti. Hanno
dato una dimostrazione di forza a tutti con la vittoria in Coppa Italia, una
dimostrazione tecnica ma soprattutto mentale che non mi stupisce. Sulla nostra
rimonta in campionato sono sincero: nessuno avrebbe mai pensato che Oleggio
potesse battere Piombino; però è vero anche con la serie di vittorie che
abbiamo avuto è normale arrivare quarti invece che quinti o sesti. Quando due
squadre arrivano in fondo con 42 e 40 punti rispettivamente bisogna fare i
complimenti a tutte e due. Noi forse siamo stati più cinici o più fortunati, ma
ripeto che dobbiamo fare i complimenti a Piombino ed a Legnano per il
campionato che abbiamo fatto: anzi ringraziamo Legnano, perché quando vennero a
giocare qui e persero dicendo in maniera negativa che noi giocavamo a rugby ci diedero quello
stimolo in più che ci mancava, lì abbiamo capito che eravamo sulla strada
giusta dal punto di vista dell’intensità”. Il tecnico si è poi soffermato sul
premio di ‘allenatore dell’anno del girone A’ assegnatogli dal sito internet
specializzato in materia di pallacanestro Spicchi d’Arancia: “Fa piacere, ma mi
farebbe più piacere se vincessimo gara1”; ha commentato laconicamente Barsotti.
Tanti sono i possibili temi che rendono la serie tra la Fabo ed Orzinuovi la
più divertente e attesa di tutto il primo turno dei playoff: uno di questi
riguarda Antonio Lorenzetti, l’ala dei termali che essendo nato e cresciuto nel
territorio dei rivali, magari ciò potrebbe dargli avere una marcia in più per
affrontare le prossime sfide: “Ho pure fatto un anno ad Orzi – racconta il
numero 16 – ho giocato solo 10 partite perché un grave infortunio mi ha messo
fuori; ma ho bellissimi ricordi, abbiamo vinto il campionato e ho ancora tanti
amici lì. E’ bello poter tornare in quel campo da avversario”. Un altro retroscena curioso
ed interessante è quello che riguarda il coach degli Herons ed il collega
avversario Marco Calvani, che Barsotti ricorda così: “Nei primi anni da
allenatore venni via da Montecatini proprio quando arrivò lui: avrei potuto
fargli da vice. Io volevo fare esperienza lontano da casa e scelsi di andare a Firenze,
ma ricordo una telefonata con lui in cui io mi scusavo per com’era andata:
avevo circa 25 anni: chissà come sarebbe andata a finire, visto che poi lui
riportò Montecatini dalla B1 all’A2”. Insomma, tanti corsi e ricorsi storici
che s’incrociano in questo duello: ma un pezzetto di storia l’hanno già fatta i
cestisti della Fabo, che a Pavia hanno completato un’opera magnifica che ha
reso fiera tutta la tifoseria: “Eravamo carichi come mine – ricorda Lorenzetti –
avevamo già avuto l’occasione del sorpasso con Livorno che poi non riuscimmo a
sfruttare, di solito questi treni non ripassano e invece è quello che è successo.
Mentre cantavamo in campo l’inno di Mameli nel prepartita, mi sono guardato con
Arrigoni e gli ho detto ‘qua la partita è già vinta prima ancora di iniziare’:
con tutto il rispetto per gli avversari, ma tra di noi ce lo sentivamo già
dentro, non c’era proprio modo di perdere; poi c’era anche la sensazione di
giocare in casa con tutti i 300/400 tifosi che da Montecatini erano venuti a
sostenerci. Percentuali di vittoria nella serie? Non mi sbilancio, ma sulla carta loro
sono più propensi a vincere. Noi però possiamo metterli in difficoltà: è motivo
di orgoglio affrontare una squadra del genere e dobbiamo dare il massimo quando
sarà il momento, quindi stiamo affrontando l’avvicinamento con impegno,
professionalità e voglia di fare bene. Giocare tante partite in pochi giorni influirà sul
risultato della serie, perché il minutaggio dovrà essere gestito in maniera
attenta; però penso che questa cosa avvantaggerà più loro che noi, sono una
squadra con tante rotazioni. Penso anche che, tra tutti i fattori che
possono essere presenti ai playoff, ciò che fa la differenza è la mentalità:
non parlo della voglia di vincere in sé, ma proprio del carattere di un
giocatore che in queste partite viene fuori”.